C’eravamo all’Insurance Communication Grand Prix, l’iniziativa organizzata da Insurzine, in partnership con Touchpoint – l’ecosistema editoriale del “Creativity & Business” e promotore dei Touchpoint Awards, riconoscimento di riferimento per l’industria della comunicazione – e in collaborazione con IIA – Italian Insurtech Association, l’associazione italiana di riferimento per gli attori della filiera assicurativa che intendono innovare e sviluppare prodotti e offerte per affrontare le nuove sfide lanciate dal consumatore digitale.
Un’occasione di incontro e confronto con focus sui cambiamenti in atto nel settore e di valorizzazione di quelle realtà che si sono distinte per l’adozione di nuovi modelli comunicativi, contribuendo a stabilire i nuovi benchmark per il comparto. Siamo inoltre contenti che tra i relatori e i premiati ci fossero due nostri partner di nuovo e lungo corso come Wopta e Net Insurance.
Dai due momenti di approfondimento ci siamo “portati via” alcuni consigli utili per le Compagnie e che, di riflesso, sono ulteriori conferme anche per “noi” abilitatori tecnologici. “Dritte” per rispondere al meglio alla strategia di business delle Compagnie che – come sottolineato più volte negli speech di ieri – si deve posizionare a monte della tecnologia, che è e resta – a sua volta – uno strumento abilitatore e acceleratore. Una strategia comunicativa e di prodotto che deve essere definita, chiara, coerente e consapevole: capace anche di destrutturare – diminuendo – il linguaggio che chiede chiarezza e immediatezza.
- L’approccio phygital in Italia sembra essere quello vincente. Siamo ancora un popolo in cui una customer journey completamente digitalizzata è meno recettiva
- Obiettivo numero uno: ingaggiare i propri utenti. Come? “Attivando” i loro dati, attraverso la creazione di piattaforme Customer Data Platform (CDP)
- Analizzare le preferenze degli utenti attraverso algoritmi che possano individuare il prodotto migliore
- Attraverso il proprio sito web massimizzare le conversioni e portare le persone a parlare con l’agente o l’agenzia.
- Aumentare la raccolta dati sia a livello quantitativo, sia qualitativo. Soprattutto i dati di “prima parte”, quelli che l’utente lascia consapevolmente e massimizzare anche quelli raccolti attraverso ecosistemi-partner
- Arricchire il patrimonio informativo attraverso royalty e strategie di fidelizzazione
- Occorre che la tecnologia possa “trasferire” l’approccio di fiducia ed affidabilità propria della consulenza in presenza anche nella consulenza digitale.
- La tecnologia deve garantire la coerenza nell’experience dell’utente finale
- La tecnologia deve supportare le Compagnie a rinnovare velocemente il concetto di prodotto e servizio
- La tecnologia deve supportare quel rapporto tra “ecosistema – cooperazione – competizione” che deve essere insito nelle Compagnie
Infine, due punti essenziali:
- Non aver paura di automatizzare alcune funzionalità: delegare a un software processi e flussi ripetitivi e di base
- Non avere paura delle tecnologie più estreme: gli esempi di automazione completa di apertura sinistro tramite sensori e blockchain ci sono, pur a livello di case. Il tutto senza intervento umano.